rocce e pietre

Rocce e pietre sono un elemento sempre presente nel paesaggio delle valli e si direbbe che i suoi abitanti siano così integrati in questo deserto sassoso da mostrare una passione per i monumenti in pietra che si manifesta in molti modi. Macigni isolati vengono circondati da colonne did sassi sovrapposti, lastre di pietra sono alzate e lasciate confitte fra i ciottoli, ogni valico è modificato da piramidi di sassi deposti ad uno ad uno dai viandanti. Sul mucchio sono spesso appogggiate corna di animali e vengono piantate aste da cui pendono bandiere di stoffa, strisce e preghiere stampate. Chorten, muri muri, Ihato, questi sono alcuni nomi di queste costruzioni con le pietre, che insieme alle bandiere sembrano integrarsi nel paesaggio, sui pendii sabbiosi spiccano le formule scritte con pietre bianche e sulle rocce lisce compaiono graffiti ed incisioni a caratteri cubitali: sembra un paesaggioi dell’altro mondo, come se avessimo fatto un viaggio sulla luna, suggestivo e distensivo allo stesso tempo.

virtual religion

Buddha arriva in second life, eh già, proprio così, perchè ovviamente anche in Second Life si è creata una comunità Buddhista, come nella realtà, solo che nella vita virtuale, la comunità è più concentratata e tende ad andare in pellegrinaggio alla SIM dedicata a questa religione e questa disciplina, dove ovviamente ci sono molteplici statue in 3D del Buddha: ormai è una religione e uno status di vita talmente diffuso che non ha frontiere e riesce addirittura ad arrivare ad una seconda vita che da una parte non esiste nella realtà ma difatti esiste realmente visto le possibilità e la diffusione ottenuta nella realtà attuale che ci circonda.

Forse poi è proprio questo che ci fa pensare, al fatto che se tutto può essere così astratto e virtualizzato, forse la religione e lo stile di vita non sono così immaginari e fatalisti ma in realtà si possono realizzare realmente: ma allora la realtà è realtà o no, ma soprattutto QUAL’E’ LA REALTA’???

Preghiera cilindrica

Questo è l’ultimo elemento della pietà religiosa: i cilindri da prghiera( tib choskhor). I cilindri di preghiera sono costruiti con materiali diversi come legno, pietra, metallo, infatti vengono usati anche barattoli vuoti, e sono dipinti o recano incise o sbalzate le formule rituali. All’interno, che è cavo, sono racchiusi anche foglietti con impresse preghiere e mantra. Posti in genere all’ingresso di templi o di monasteri, essi hanno varie dimensioni e i pellegrini o i visitatori lo possono utilizzare per accompagnare la recita del rosario di 108 grani. Il loro movimento circolare non è un apreghiera meccanica, ma solo un movimento che facilita la preghiera. Il movimento rotatorio dei cilindri o il percorso a piedi attorno a monasteri o all’interno dei cortili dei templi, deve essere fatto da sinistra verso destra, come il movimento del sole e la cosa più bella è quando capita di vedere i pellegrini compiere l’intero percorso con una serie ininterrotta di prostrazioni complete, toccandosi con le mani giunte all’altezza di mente, labbra, cuore, e prosternandosi completamente distesi sul terreno. 

bamboo

Il Bamboo è una pianta che cresce libera e felice in steli lunghissimi, molto legnosa e ricca di fibre, in zone fredde e umide sono si formano delle intere foreste: foreste di bamboo; i panda ne vanno ghiottissimi e adorano mangiarli ma soprattutto perchè per la loro conformazione fibrosa li aiutano a curare i loro denti e a pulirli, visto che le sue macselle sono così potenti da triturare il metallo, mentre con i suoi occhioni da procione vede poco e niente: povera stella!
Il panda è il simbolo della Cina, e ovviamente anche del wwf, visto che è un aspece in estinzione, questo bellissimo orsacchiotto morbido e gigante, che tutti vorrebbe abbracciare e che invece viene ucciso brutalmente. Il suo muso buffo è inconfondibile, con questa colorazione bianca e nera sembrerebbe un grende procione invece appartiene alla famiglia degli orsi.
 

              

dolce o salato???

Quanto ci piace il prosciutto, ebbene si sembrerà strano nella nostra concezione di europei un po’ ottusi in fondo, e secondo quello che sappiamo del popolo orientale non ci saremmo mai aspettati che effettivamente anche loro mangiassero il prosciutto, visto le pietanze strane e particolari che incontriamo sulle loro tavole. Un momento però, non aspettatevi ora di riuscire a mangiare in un piccolo paese un bel panino al prosciutto; anche perchè da sottolineare è che la popolazione cinese sa forse lontanamente che cos’è un il pane, visto che come già detto è un alimento che sostituiscono con il riso o con altri tipi di impasti. Quello che ci propongono loro non si smentisce mai della loro cultura: parliamo di un prosciutto speciale, ciòè in sciroppo di miele.
Ingredienti:
  • 500 gr di prosciutto cotto in un pezzo intero
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 2 cucchiai di miele chiaro ( per noiquello di acacia è perfetto)
  • 2 cucchiai di vino di riso o di sherry secco
  • 2 cucchiaini di brandy di ciliegie
  • 2 cucchiaini di farina di grano turco
Preparazione: 
Mettere innanzitutto a bagno per 12 ore il prosciutto in acqua fredda. Riempire  per metà la parte inferiore di una pentola per la cottura a vapore con acqua bollente, quindi riporreil prosciutto nella parte superiore della pentola e far cuocere a fuoco moderato per un paio d’ore; dopodichè trasferirlo su un piatto per farlo raffreddare. Quando è freddo fare delle fettine di 1/2 cm e quindi disporlo su un piatto da portata; a questo punto mescolare tutti i restanti ingredienti in un tegame aggiungendo un bicchiere d’acqua e continuare a mescolare accuratamente fino ad ebollizione, quindi togliere dal fuoco e versare sulle fette di prosciutto per servirlo immediatamente ben caldo.
 

ma il bambu si mangia??

Noi occidentali infatti pensiamo che il bambu lo mangino i panda come vediamo in tutti i documentari, e che tra le altre ne vanno pure ghiotti. Ma la domanda qual’è?? La risposta è sicuramente che e i panda hanno scielto cos’ amorosamente questa pianta un motivo ci sarà, e infatti anche i cinesi ne vanno ghiotti e la usano per accompagnare innumerevoli piatti, ovviamente perchè sempre pieno pieno di fibre e quindi molto salutare.
Ingredienti:
  • 3 etti di lombo di maiale misto grasso
  • 1 scatola di bambu
  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • 2 cucchiai di sherry secco
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • aglio spremuto
  • pepe bianco macinato fine al momento
  • 1 cucchiaio di fecola di patate
  • olio di semi

Preparazione:

Tagliare la carne a striscioline, infarinarla e marinarla con lo sherry e gli altri ingredienti. A parte fare a fette fini il bambu a becco di flauto, e far rosolare in una padella con olio a fuoco vivace;  quindi aggiungere un goccio di salsa di soia, cuocere per 2 minuti girando e togliere dal fuoco. Con altro olio caldo a fuoco vivace, rosolare la carne per un minuto e mezzo mescolando continuamente, aggiungere il bambu, quindi mescolare per venti secondi con fuoco vivace e spegnere. servire caldo, buon appetito. 

festa a Labrang

A qualsiasi visitatore nulla impedisce di gironzolare a qualsiasi ora del giorno all’interno del complesso per farsi i fatti propri: si è persino autorizzati ad entrare dentro i templi, ma attenzione, bisogna obbligatoriamente girare in senso orario per essere ben visti, e muoversi discretamente e silenziosamente senza fare troppo rumore!! Il monastero inoltre ospita alcune spettacolari feste, le cui date, come sempre accade in Cina, dipendono dal calendario lunare. Il più importante si chiama Monlam, tre giorni dopo il calendario tibetano ( fine febbraio o inizio marzo). L’apertura della festa è segnata dallo spiegamento di un enorme telone adorno di un dipinto ad olio del Buddha, che misura 20×30 m, sulla riva meridionale del fiume Daxia, emissario del fiume Giallo. Nei giorni successivi hanno luogo processioni, danze e riti di accensione di lampade al burro; tuttavia simili cerimonie, anche se in scala minore, avvengono tutto l’anno se l’arrivo dei visitatori dovesse cadere in giornate di festa.

zuppa carnivora

Il Guriltai shul è una zuppa di montone, altra bestia un po’ particolare che vive in queste zone e che quindi appunto viene utilizzata per creare piatti saporiti ma sempre in linea con la cultura delle discipline di religione e di vita. Vengono consumati animali molto particolari in queste zone che nella maggior parte del resto della cina non vengono cucinate perchè non sono diffuse. Ad esempio altro esemplare diffuso qui in tibet è la scimmia, con cui fanno svariate leccornie, spesso sotto forma di zuppe o piatti lessati.
Ma vediamo come possiamo consumare il montone:

Ingredienti:

  • 500 g di carne di montone mista (con il grasso) tagliata a strisce
  • 2 grosse patate a fette
  • 1 rutabaga sminuzzata
  • 2 cipolle tritate
  • 1 carota tritata
  • 2 cucchiaini di sale
  • 2 o 3 litri di acqua

  • 200 gr di tagliatelle

  • Preparazione:

    In una padella mettere a soffriggere la carne tagliata a fette con un filo d’olio, quindi aggiungere tutti gli altri ingredienti e lasciare scottare nella padella per aggiungere poi l’acqua e il sale; a questo punto far cuocere a fuoco lento e coprire. Riportare ad ebollizione il tutto e versare le tagliatelle, facendole cuocere per il tempo necessario. Una volta pronto servire nelle solite ciotoline quando è ancora fumante.

conformazione del monastero

Come tutti i monasteri lamaisti  il monastero di Labrang si compone delle seguenti parti: ZACANG, zona contenente sei stanze dove si studiano le diverse scienze e ci si riunisce per studiare e leggere i libri canonici; LAKANG, zona sacra dove si va a venerare il Buddha; NANGQIAN, 18 stanze adibite a centri amministrativi e a camere da letto dei “Buddha viventi”, cioè dei monaci eletti; e infine QIAODENG: la pagoda color bianco.
Prima di entrare avevamo detto che si situavano delle ruote di preghiera, infatti circondando tutto il monastero fanno si che sul lato meridionale, lungo l’argine settentrionale del fiume si possono seguire a  le ruote fino al lato opposto del monastero; esperienza unica è camminare in senso orario insieme ai monaci lungo il monastero, attenzione però, il processo è molto lungo: ad ogni ruota infatti ci si ferma e si prega. Per farsi un ‘idea della sua estensione originale, si possono osservare i dipinti nella sala delle Esposizioni, sul muro dalla parte opposta all’entrata, che illustrano la conformazione della zona buddista lamaista. Tutti gli edifici monastici più importanti si trovano a nord della strada principale: sei scuole, dove si studia astronomia, buddhismo esoterico, legge, medicina e teologia; templi e le residenze dello Jiemuyang insieme a quartieri abitativi dedicati ai monaci. L’attuale Jiemuyang è la sesta incarnazione ed è al terzo posto della gerarchia del buddhismo tibetano: il Dalai Lama è al primo.

lo yak…Po cha

Questa zona è fredda ed è necessario riscaldarsi, infatti i monaci tibetani sanno bene che la cosa migliore è bere una bella tazza di tè, ma ovviamente non parliamo del solito tè: questo è molto particolare, in primo luogo perchè è fatto con il burro, che lo rende rigenerante e rinvigorente, in secondo luogo perchè il burro è un burro di yak, una specie di montone che si trova nelle zone del Tibet e che è un animale molto più peloso proprio a causa del clima. Questo tè è ottimo anche per le sue capacità digerenti, ma vista la dieta che seguono i monaci in una vita di nutrizione per il sostentamento e non per la soddisfazione del gusto, non hanno bisogno di questi artefizi per il loro corpo, piuttosto lo sfruttano per riscaldarsi essendo molto caldo e nutriente. E’ molto saporito infatti e risulta quasi come una zuppa, e quindi è la bevanda più diffusa in Tibet dove è facile trovare foglie di tè nero, molto diffuso.

Ingredienti:

  • foglie di tè
  • acqua
  • burro di yak 
  • sale

Preparazione:

Far bollire l’acqua, circa mezzo litro per 2/3 persone, mettere le foglie di tè e far bollire ancora per due minuti, quindi versare il tutto in un cilindro di legno o di bambù e dopo aver aggiunto un paio di cucchiai di burro di yak pigiare bene con un pistone insieme all’acqua calda fino a creare della schiuma e versare quindi nelle ciotole.

 

 

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