cucina del lusso e della cura

In Cina vi è l’usanza di usare cucine particolari appositamente scelte, che variano in base a chi deve mangiare e in base all’occasione.
Si tratta di gastronomie che comprendono la cucina imperiale, appositamente scelta per l’imperatore al quale veniva presentato un banchetto impreziosito da stoviglie-gioielli e cerimonie.
Quella vegetariana si diffuse particolarmente durante le dinastie Ming e Qing, ma era nata per soddisfare monaci e religiosi, che si adattavano a cibi più umili eliminando carne e pesce considerati lussuriosi e comunque costosi.
Infine ma non meno importante troviamo la cucina terapeutica, in questa sono in pratica collegate le caratteristiche dell’arte culinaria cinese con quelle della medicina tradizionale cinese, che si rifà a tutte le discipline orientali diffusasi successivamente in tutto il mondo. Risulta  quindi come una sorta di terapia alimentare, nella quale vengono impiegate anche sostanze rinvigorenti e tonificanti, per aumentarne l’efficacia, e quindi è caratterizzata da una lunga ricerca delle proprietà benefiche alimentari delle piante e delle spezie, che spesso erano usate negli infusi come medicinali. Si creano olii particolari come l’olio di serpente, purificante e lenitivo; sono molto diffuse pietanze come il ginger, il giglio, il loto, lo zenzero e altre ancora, tutte caratterizzate da sapori però molto forti e molto particolari, che riescono ad essere apprezzate proprio per le loro qualità organolettiche. I cinesi riescono a integrare nella loro cucina alimenti che noi occidentali mai ci saremmo sognati di assumere, mentre per loro per tradizione sono poi entrati a far parte ufficialmente della cucina tipica. Porto un esempio di una zuppa di cavoli, alghe, patate e ginger, che assume le proprietà rinvigorenti, depurative ed energizzanti; condita con un po’ di salsa di soia, sale naturale che evita la ritenzione idrica, diventa molto saporita.

 

Filosofia di vita..

Il buddhismo non è propriamente una religione, bensì uno stile di vita e una disciplina spirituale che deriva da un esperienza vissuta dal cosiddetto Siddhàrta Gautama e che si fonda sui suoi insegnamenti provenienti da un sogno che gli ha rivelato le QUATTRO NOBILI VERITà. Queste verità sono state poi diffuse dal Buddha durante un sermone che ha avuto gran sucesso, e che ha dato il via alla diffusione di un insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche che non sono legate tanto alla spiritualità in sè quanto ad una vera e propria disciplina di comportamento con cui affrontare le insidie della vita. Siddhàrta prese il nome di Bhudda perchè significa “COLUI CHE é RISVEGLIATO”, poichè svegliandosi dal sonno, come suddetto, ricevette questa illuminazione.
L’obbiettivo principale di questa disciplina è di risolvere le quattro “sofferenze” fondamentali della vita: nascita, malattia, vecchiaia, morte; e per fare questo è necessaria seguire una retta via con la quale condurre la propria vita, assumendo una condotta che possa evitare eccessi e assolutismi, quindi l’egoismo e la noncuranza: cercando di seguire queste regole si potrà vivere la vita pienamente e godere di tutte le cose belle abbattendo le paure fondamentali della vita.  
Allora quello che mi chiedo è, forse dovrei cominciare ad aderire a questa disciplina per riuscire a godere della vita e trovare la felicità che al giorno d’oggi per le logiche che governano il mondo si dimentica spesso quale sia e si dimentica l’essenza delle cose vere e delle cose importanti, quelle che in realtà riescono a riempire il cuore degli uomini, che non possono sicuramente essere concrete proprio per la loro natura e che si devono astrarre al di sopra della materialità delle cose; ecco io vorrei riuscire a riconoscere queste cose e a trovare la serenità all’interno di questo campo minato che è la vita e che a volte ricopre di sofferenze, vorrei che le persone imparassero a capire che cos’è che luccica, perchè è proprio vero che non è tutto oro quel che luccica, anzi le cose vere probabilmente splendono ma semplicemente abbiamo la vista troppo offuscata per vederle e riconoscerle, così ce le facciamo sfuggire e le perdiamo, rimanendo vili individui smarriti nel mondo. Chi lo sa…diventerò buddhista? 

buddhisti a BINGLINGSI

Le grotte di BingLingSi sono famosissime in quanto meta di pellegrinaggio dei praticatori della filosofia buddhista; il loro nome significa “Tempio dello Spirito Lucente” e sono state scavate addirittura 1600 anni fa, isolate dalle acque del bacino di Liujiaxia, che si staglia sul percorso del Fiume Giallo. Ci si può arrivare facilmente con la barca ma bisogna sciegliere il momento giusto perchè la riuscita della visita dipende dal livello dell’acqua, visto che sono scavate nella roccia in una gola alta 60mt, dove lo spettacolo che si apre è un intreccio di 183 grotte e 149 nicchie in parte affrescate e contornate di statue di terracotta che ancora sono in un ottimo stato di conservazione.
Si dice che gli artisti si siano appesi con delle corde per poter incidere la roccia e riprodurre un’innumerevole quantità di Bhudda e Bodhisattva in varie posizioni, e siccome la maggior parte del lavoro fù prodotto durante la dinastia Tang e Song, lo spettacolo si chiude con un tempio che protegge un buddha sdraiato e lo spettacolo è veramente impressionante e fuori dal mondo, le parole non riescono più ad uscire dalla bocca, soprattutto quando si incontra la statua del Buddha Maitreya, che è alto 27 metri e lascia senza fiato perchè davanti ad uno spettacolo simile non si può far altro che godere del silenzio e dell’atmosfera che suscita, mentre si scorre sul camminamento di legno che segue la curvatura della montagna, sospeso sull’acqua: pace assoluta.  

Alternaliva vegetariana

Per chi non ama carne o pesce o ha deciso di aderire alla filosofia vegetariana o meglio vegana, i cinesi ovviamente hanno sviluppato un ottima alternativa che evita di mangiare animali di ogni tipo; è molto nutriente e assume il sapore di quello con cui viene condito. E’ il toufu, questa apparentemente strana pietanza, che con le sue caratteristiche organolettiche è in grado di sostituire i valori nutritivi di altri cibi e di assumere sapori molto diversi, assumendo in realtà semplicemente latte e fagioli di soia: i fagioli di soia si sa poi sono molto genuini e leggeri e facilitano la digestione. Si può trovare anche nei supermercati italiani o nei soliti bazar, quindi forse è il caso che ve ne troviate uno di fiducia, per poterlo comprare quando volete in tutta sicurezza.

 

Verso le grotte

Prossima tappa… si riparte in viaggio, zaino in spalla, solita forchetta, ci sono un sacco di cose che potremmo assaggiare…siamo in direzione della città di Linxia. In questa città abita la più numerosa comunità di cinesi mussulmani, cossiddetti HUI, mentre gli Han sono gli altri cinesi. La particolarità è che si distinguono per il loro copricapo bianco, qui la religione è molto rispettata e molto rigida, infatti la città è il centro principale dell’ordine di Qadariyah Sufi, e ancora oggi è riconosciuta come una sorta di “mecca della Cina”; l’atmosfera è strana, particolare, il cielo è sempre un po’ offuscato e si mette in sintonia con il territorio brullo e scarno.

La via della seta

Andiamo proprio in direzione di Hangzhou che da sempre è famosa sia all’interno del paese che all’estero. Siamo nella regione del Gansu, un lungo corridoio che collega la Cina centrale al Xinjiang, entrando all’interno del paese proprio da quello che una volta erail punto più importante di passaggio della VIA DELLA SETA che univa l’Oriente all’Occidente; per secoli confluì qui il via vai delle carovane con merci e personaggi di ogni genere, si sa che la Cina è sempre stata famosa per le sue particolarità e le sue creature che negli altri paesi non si incontravano. Lanzhou è la capitale di questa regione e sin dall’inizio degli anni ’60 è diventat il centro dell’industria atomica cinese con un impianto di arricchimento dell’uranio ed è la principale struttura industriale del nord-ovest e quindi snodo verso le altre regioni. E’ proprio il FIUME GIALLO, Huangue, che ha permesso la fioritura di questa regione, dove già 5000 anni fa lungo il bacino del fiume gli antenati iniziarono ad allevare i bachi da seta e creare manufatti serici. Con la seta, morbida, liscia, elegante, e variopinta, si possono confezionare diversi tipi di abiti, che venivano quindi commerciati in tutto il mondo.

influenza modaiola

Shanghai è un vero e proprio centro culturale che ha cercato di espandere la sua economia in tutte le direzioni, fino a che non si è dato il via ad una serie di riforme economiche che stanno facendo rifiorire la città, la burocrazia della politica cinese aveva creato dei blocchi allo sviluppo non indifferenti.
Shanghai è sempre stata una città con una grossa personalità e ha sempre cercato di differenziarsi in tutti i campi per dimostrare la propria capacità di autonomia e la sua voglia di avere un primato sulle altre.
Anche nel campo della moda infatti ha dato il suo contributo, creando una sua versione dell’abito femminile tradizionale cinese: il QIPAO. Il qipao infatti nasce negli anni ’20 di quest’ultimo secolo e si caratterizza per la forma e lo stile; è una specie di kimono composto però da un unico pezzo con il collo leggermente alto; fascia il corpo della donna in modo molto stretto evidenziandone la forma, mentre le braccia si liberano in maniche molto molto ampie, che ne lasciano abili i movimenti. La parte inferiore che è rimasta l’unica parte immutata nel tempo risulta stretta e lineare e limita i movimenti delle gambe ricordandoci la donna cinese che si muove con piccoli passi.
Le donne cinesi sono orgogliose e apprezzano molto questo abito che rispecchia il simbolo della nobiltà, l’eleganza, la serenità e i sentimenti nascosti delle donne orientali, mettendo in evidenza la bellezza della linea femminile.
La Cina è un paese multinazionale, quindi le varie etnie hanno creato un abbigliamento che si differenzia di luogo in luogo per stile e ornamenti, con un forte distacco soprattutto tra il nord e il sud che fa dire :”Qipao del nord e la gonna del sud”.
 
Il qipao di Shanghai , cioè il CHEONGSAM, si distinse per il taglio più snello e aderente e per l’introduzione di accessori occidentali come sciarpe e cappotti. Altre versioni del cheongsam prevedevano un taglio a collo alto, senza maniche. In questa città amavano mescolare gli elementi della nostra tradizione culturale con la loro, creando abiti veramente particolari che cominciavano a distaccarsi dalla cultura cinese e proprio per questo la rivoluzione comunista congelò la vocazione stilistica di Shanghai.
 

ravioli o jaozi

Jiaozi é il nome dei ravioli cinesi, che sono uno dei cibi più amti dai cinesi e sono diffusissimi a Shanghai, che li fanno con i gamberetti. I cosiddetti Jaozi hanno una storia molto lunga, infatti i cinesi iniziarono a consumarli già 1800 anni fa, soprattutto in occasioni particolari come i raduni familiari e le feste, dove questo piatto non poteva mancare, in quanto simbolo di allegria e celebrazione.
In particolare alla vigilia del nuovo anno del calendario lunare, ogni famiglia si riuniva e consumava i Jiaozi.
E’ in realtà un alimento molto semplice e di base anche abbastanza povero, in quanto costituiti da uno strato esterno di pasta di farina di grano e da un ripieno, che può essere a base di carne, frutti di mare e verdure, anche se normalmente si utilizzano cavoli, sedano e carne di pecora o maiale.
In questo caso vediamo quelli di carne e cavoli, che sono anche i più classici.

Ingredienti:

  • farina di frumento
  • 2 cavoli 
  • 1/2 kg di carne, manzo o pollo
  • salsa di soia
  • lardo
  • sale
  • olio di sesamo
  • zenzero
  • cipolla 
  • glutammato di sodio.

Preparazione:

Prima di tutto triturare finemente la carne e la verdura mescolandole e amalgamandole con i vari condimenti, quindi lasciare insaporire. Per preparare la pasta, impastare la farina con una quantità di acqua adeguata finché non acquista un aspetto lucido, a questo punto realizzare dei filoni che poi si tagliano in gnocchetti di 2-3 centimetri, per spianarli successivamente prima con la mano e poi con un mattarello, creando dei cerchi di pasta sottili.

Una volta pronti, inserire il ripieno tenendo la pasta con la mano sinistra e con la destra dei bastoncini o un cucchiaio, con i quali riporre al centro dello strato di pasta la carne e la verdura, allora richiudere il tutto con le dita nella forma di un raviolo; attenzione a chiudere bene i bordi della pasta per far si che non si aprano in cottura: si può fare inumidendoli bene con dell’acqua o con della chiara d’uovo.

Quando l’acqua bolle in pentola, gettare i Jiaozi, mescolare di tanto in tanto per non farli attaccare alle pareti. Quando i Jiaozi galleggiano aggiungere acqua fredda, quindi aspettare nuovamente la bollitura, allora  estrarli e servirli.

Come vedete sono molto semplici e genuini, i condimenti sono saporiti ma molto leggeri, e in genere i cinesi li consumano intingendoli in un misto di aceto, salsa di soia e olio di sesamo, che dà loro più gusto; ma si può utilizzare anche una salsa agrodolce o la salsa piccante, molto diffuse. Per bellezza  e per tenerli asciutti vengono serviti dentro queste casseruole.
 

 

la casa di shanghai

Questa città ora è caratterizzata da una precisa identità culturale proiettata verso il concetto di modernità, ma ha mantenuto saldo un tratto di sè che è l’abitazione tipo e che prende il nome di Shikumen (石庫门), dall’arco in pietra che si colloca come un entrata all’inizio di ogni vicolo. Questi vicoli collegano le abitazionioni tra di loro formando una stretta rete di edifici di due o tre piani a mattoni neri o grigi. Tutte le Shikumen sono dotate di cortile, molto piccolo a causa della centralità urbana, che si trasforma nella stanza senza tetto come nelle case romaniche, oasi di riposo dalla strada e dal caos, e dove si riesce a raccogliere l’acqua per coltivare piccoli orti; dove l’aria e la luce entrano a rinnovare le pareti della casa.
Queste abitazioni risultano molto particolari proprio perchè nascono dalla mescolanza di elementi occidentali ed orientali in una fusione tra architettura romanica e quella della società dal basso cinese Yangtze.

non bolle proprio in pentola..ma nella wok!!

La cucina cinese è molto varia e articolata anche se la base su cui si formano tutte le ricette è sempre la stessa; in base alle varie aree ci sono ricette tipiche differenti o variazioni degli stessi piatti, variazioni però che fanno assumere alle pietanze sapori anche molto diversi, che si vanno poi a contraddistinguere e riconoscere per colore, profumo e gusto. I cinesi sono molto attenti alle combinazioni nutrizionali dei cibi che cucinano e in base a questo scelgono anche la tipologia di cottura. I gusti cinesi variano secondo le zone, il clima, le condizioni storiche e le abitudini.
In Cina la cucina si suddivide di solito in quattro tipi in base alle zone del Guangdong , dello Shandong, del Sichuan e Huai-yang, mentre le pietanze del Fujian, Zhejiang, Hunan, Anhui, di Beijing e Shanghai sono conosciute e riproposte in tutto il paese.
In Guangdong la cucina è attenta agli ingredienti, che si presentano ricchi ma che vengono combinati a riprodurre un sapore delicato; infatti oltre al pesce si mangiano anche carne, serpente e uccelli.
Tipici sono il Brodo di serpente, lo Stufato di maialino, la Zucca dalle 8 preziosità e i Gamberetti fritti.
                                                                                     by Noodlepie

Sichuan è caratterizzata dal sapore, difatti vengono usati spesso condimenti molto piccanti e una larga varietà di spezie con cui vengono composte salse da accompagnare ad esempio alla Carpa bollita, al Mapo douifu, al Pollo in crema di fagioli, alla Carne di pollo arrosto al sugo.
By Sifu Renka

In Shandong invece predomina una vastissima varietà di ingredienti di tutti i tipi; ma essendo situata sulla costa molto rinomate sono le zuppe, la maggior parte ovviamente con molluschi e crostacei di cui si fa largo uso.                By MsWine                        

Huai-Yang diventa l’acronimo delle due città a cui principalmente si riferisce, cioè Huai’an e Yangzhou, dove si trovano ricette molto articolate con ingredienti particolari come il Pesce madarino in agrodolce, il Carassio al vapore avvolto in foglie di loto, la Tartaruga con uova di piccione.       By WinPun

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